18 Ott 2025, Sab

IN MEMORIA DI PAOLO MENDICO, VITTIMA DI BULLISMO

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E’ accaduto ancora: a Latina un ragazzino di 14 anni si è suicidato qualche ora prima di tornare in classe. Il suo nome  era Paolo Mendico e il terribile atto che ha compiuto ci ha fatto capire che  era disperato e  stanco perchè qualcosa a scuola non andava: il ragazzo era la vittima di bullismo e cyberbullismo. Le persone che lo tormentavano erano i suoi compagni di classe, lo prendevano in giro solamente perché lo vedevano  “diverso” perché era un ragazzo molto educato, perché aveva i capelli lunghi, perché si vestiva in modo diverso. Purtroppo oggi le persone non sanno ancora che la diversità appartiene a tutti. Paolo era il più piccolo della sua classe, perciò i suoi compagni si sentivano autorizzati a prenderlo di mira e a bullizzarlo. La morte di Paolo fa capire che si sentiva molto solo, anche i suoi docenti non lo hanno protetto,  nemmeno la preside e neanche la psicologa, nonostante i genitori di Paolo fossero andati più volte a scuola a denunciare quello che succedeva. Purtroppo nessuno ha ascoltato.  A me si spezza il cuore pensando che nemmeno al funerale c’erano i suoi compagni, solo il suo amico del cuore. Io non credo alla preside quando dice che non sapeva nulla e comunque io credo che chi fa l’insegnante debba aiutare i propri studenti: ci dicono sempre di parlare, di chiedere aiuto, ma perché farlo se poi l’aiuto non arriva?  Mi sono informata e ho visto che in Italia sei ragazzi su 10 sono vittime di bullismo e che almeno una volta nella vita uno studente su tre lo ha sperimentato. Nel periodo che va dal 2014 al 2024 si sono verificati 110 suicidi con una media di 10 suicidi all’anno lo trovo veramente molto grave!        Mi chiedo, anzi, lo chiedo ai ragazzi che fanno bullismo: come vi sentireste se qualcuno bullizzasse voi o una sorella o un fratello o un vostro caro amico, vi siete mai messi nella parte opposta della barricata? Io credo che anche per voi ci sarebbero delle conseguenze molto gravi. Credo anche che chiedere aiuto sia un atto di coraggio e non una debolezza, sia che tu sia un bullo o una preda di un bullo perché andrebbero aiutati entrambi secondo me. Penso infatti che chi ha bisogno del branco per sentirsi forse sia in realtà molto debole, anche più debole della sua vittima.

Infine un pensiero lo voglio rivolgere ai genitori di Paolo chiedendo loro scusa per tutte le persone che non sono state in grado di aiutare il loro figlio che di certo non meritava di soffrire tanto da pensare che l unica soluzione fosse morire. Paolo non potrà più suonare la sua chitarra, andare a pesca, crescere e diventare un uomo gentile, stare insieme a voi, per questo dobbiamo starvi tutti vicino e aiutarvi affinché la morte di Paolo non sia vana e si possano evitare altre tragedie simili stavolta per davvero.

Milana Losole, 3F